Sindrome da ostruita defecazione

Della stitichezza si ha comunemente una idea molto vaga e mal definita. Molti la ritengono una condizione costituzionale con la quale bisogna convivere, o peggio, ritengono che l’assunzione di lassativi sia l’unica soluzione e priva di conseguenze.

Cosa può comportare l’uso di purganti e lassativi?

È bene dare un messaggio forte e chiaro: i lassativi, sia sotto forma di farmaci che di piante officinali, agiscono riducendo, con vari meccanismi, l’assorbimento di acqua nell’intestino, assieme ai liquidi viene ridotto l’assorbimento di sali minerali, vitamine ed altre sostanze di primaria importanza.

Il mancato assorbimento di liquidi può causare una scarsa idratazione che può esporre, soprattutto gli anziani, al rischio di trombosi. Inoltre l’uso prolungato causa una patologia chiamata melanosi, che consiste nella colorazione nerastra della mucosa intestinale le cui conseguenze non sono ben conosciute. Ma il fatto più importante è che molti lassativi, negli USA, sono sospettati di essere cancerogeni e ne è stata sospesa la vendita.

Cos’è dunque la stitichezza o la stipsi?
Bisogna distinguere tra cosiddetto rallentato transito intestinale e sindrome da ostruita defecazione. Alcune persone svuotano l’intestino più raramente, 1-2 volte a settimana, senza tuttavia alcuna difficoltà o disturbo collaterale.

Bisogna considerare questa frequenza perfettamente fisiologica e stare tranquilli perché non è vero che avviene un assorbimento di tossine per ristagno intestinale. Tuttavia se la frequenza delle evacuazioni è minore di 1-2 volte a settimana bisogna indagarne la causa, soprattutto se questo accade improvvisamente.

Questo tipo di stipsi è spesso dovuta:
ad una dieta non adeguata, perchè povera di fibre ed acqua
ad una carenza di elettroliti, soprattutto di potassio
ad insufficienza vascolare, tipica degli anziani
infine a malattie del colon che ne comportano una abnorme dilatazione
In sintesi si parla di rallentato transito quando non vi è un ostacolo ma la progressione è
lenta per una scarsa spinta propulsiva.

Qual è la terapia della costipazione da rallentato transito?

In realtà il tempo di transito intestinale è normalmente molto variabile e quindi non esiste un esatto limite patologico.

Più frequentemente si tratta di scarso riempimento intestinale per carenza di fibre vegetali. Infatti spesso basta correggere la dieta per migliorare. Tuttavia siccome, come abbiamo visto, vi possono essere altre cause, bisogna cercare di individuarle e correggerle. Soltanto in rarissimi casi di patologie organiche del colon è indicato l’intervento di asportazione di tutto o parte del colon. Di questo intervento, purtroppo si è fatto un eccessivo uso. Fortunatamente c’è finalmente una revisione critica da parte di molti chirurghi.

Cos’è invece la sindrome da ostruita defecazione?
Si tratta della eccessiva difficoltà o impossibilità di espellere il contenuto rettale per la presenza di un ostacolo. Questo ostacolo può essere funzionale o meccanico. L’ostacolo funzionale è quasi sempre dovuto ad un mancato o insufficiente rilasciamento degli sfinteri anali e di alcuni muscoli pelvici. Questa patologia chiamata dissinergia pelvica, ha la caratteristica di non essere costante, per cui si alternano periodi di difficoltà evacuativa con periodi di normalità. Questa patologia è spesso correlata alle condizioni psicologiche. Per questo tipo di ostruzione sono indicati trattamenti fisioterapeutici e psicoterapeutici che possono migliorare i sintomi.

Cos’è invece la ostruzione meccanica?
Si parla di ostruzione meccanica quando il tratto terminale del retto si ostruisce. Vi sono alcune patologie del retto che possono comportare questa patologia, le più frequenti sono il rettocele ed il prolasso rettale interno.

Il rettocele è una patologia che colpisce quasi esclusivamente le donne e consiste in una dilatazione eccessiva dell’ampolla rettale che negli stadi più avanzati spinge la parte posteriore della vagina determinandone un rigonfiamento. Questa dilatazione eccessiva può causare l’imprigionamento delle feci che quindi possono essere espulse soltanto parzialmente.

Il prolasso rettale interno comporta un fenomeno chiamato invaginazione retto-anale; in pratica il retto superiore si introduce nel retto inferiore causandone la ostruzione. Questo prolasso interno può evolvere in prolasso rettale esterno; in un primo tempo prolassano le sole emorroidi e successivamente tutto il retto.

È questa la ragione per cui è necessario, prima di sottoporsi ad intervento di emorroidi, verificare se il prolasso emorroidario è associato al prolasso rettale o al rettocele. In questo caso l’intervento sulle emorroidi aggrava la sindrome da ostruita defecazione. Il rettocele ed il prolasso rettale interno spesso sono associati ed oltre alla ostruzione possono causare la incontinenza alle feci. Tutte queste patologie sono diagnosticabili con un esame radiologico dinamico, la cinedefecografia, che oltre ad evidenziare le suddette patologie, rivela i meccanismi dell’ostruzione fecale.

Quali sono i sintomi della ostruita defecazione?
I sintomi sono parecchi e possono indicare anche la gravità della ostruzione. I più frequenti
sono:
– lo stimolo alla defecazione scarso o assente; eccessivo sforzo ed evacuazione
frammentata con necessità di soffermarsi molto tempo in bagno;
– necessità di evacuare più di una volta al giorno e sensazione di incompleto
svuotamento;
– necessità di assumere lassativi o praticare clisteri;
– necessità di praticare manovre digitali per aiutare la espulsione fecale;
– sanguinamento;
– bruciore anale;
– dolore gravativo al perineo
– prolasso delle emorroidi

Ribadiamo che in alcuni casi a questi sintomi si può associare una incontinenza. Dobbiamo aggiungere che anche alcune patologie ginecologiche e soprattutto il prolasso dell’utero, possono provocare o aggravare la sindrome da ostruzione fecale.
Come si cura la stipsi da ostruzione fecale? Spesso la sola dieta è in grado di migliorare i disturbi. Nei casi più gravi è invece opportuno un intervento chirurgico.

Che tipo di intervento?
Oggi siamo in possesso di uno strumento, che ho l’orgoglio di avere brevettato, che viene costruito negli Stati Uniti, questo strumento è chiamato PPH e consente di asportare il rettocele e il prolasso rettale attraverso l’ano. Non necessitano quindi incisioni chirurgiche.

In pratica resecando il prolasso ed il rettocele, si ricostruisce un retto anatomicamente normale e si rimuove l’ostacolo alla defecazione.